Aurae significa vento in latino ma è una parola molto evocativa che in italiano ci fa pensare all’aurora. Insomma abbiamo voluto battezzare un nuovo completo da caccia con un nome che aprisse un po’ l’immaginazione e suscitasse sensazioni positive così come positivo è stato tutto questo pazzo progetto di realizzare una linea di abbigliamento femminile.

L’idea un po’ fumosa che in un lontano futuro avremmo approciato il mondo donna era nell’aria ma fra le tante priorità era un po’ in coda, c’erano tanti altri progetti nel calderone che avevano priorità e poi perchè destinare risorse ed energie a quello che è un piccolo mercato? Le premesse non erano incoraggianti perchè le armerie stesse talvolta ci scoraggiavano dicendo che i numeri sono piccoli e che per le donne che bazzicavano nei loro negozi era più comodo cercare di arrabattare qualche capo maschile e farla semplice.

Eppure le cacciatrici esistono, non saranno tantissime ma ci sono e sono un mondo eterogeneo e vivo con un’identità precisa e decisamente stufa di doversi accontentare di capi maschili adattati.

Arriva il giorno in cui Isabella Villa presidente del Coordinamento nazionale femminile di Federcaccia scrive una mail e poi si organizza un incontro e così queste cacciatrici le possiamo vedere di persona e capiamo che hanno delle esigenze a cui il mercato non sta ancora dando delle risposte concrete. Vi sono i capi bellissimi da vedere ma scomodi o troppo delicati, quelli che non tengono caldo, quelli troppo costosi…insomma dei modelli in giro si vedono ma l’insoddisfazione è tangibile. Perchè non realizzare una piccola linea dedicata alle donne, in cui mettere assieme le risposte a tutti i limiti riscontrati nei capi provati, in cui far convergere le idee e le soluzioni che le varie cacciatrici stanno cercando?

Era il 2021, anno in cui tutto nel mondo funzionava a rilento, le fabbriche avevano tempi dilatati di produzione, i trasporti erano carenti e con prezzi stellari, le materie prime non si trovavano…tutto era difficile e costoso quindi certo non era il momento più entusiastico per intraprendere un’avventura vera e propria dagli esiti decisamente incerti.

Ma Konus non riesce a star ferma e sente il dovere di accogliere questa richiesta che non può essere arrivata per caso: quando ricapiterà di avere a disposizione uno staff di cacciatrici competenti che i capi li possono provare, migliorare, criticare ecc.? E così si è deciso di imbarcarsi in questo viaggio e sono iniziati lunghi mesi di telefonate, messaggi, mail, campioni che vanno e vengono. Isabella Villa è stata instancabile nel tener duro in tutti questi passaggi talvolta scoccianti ma necessari per finalizzare il tutto.

E così passo passo ogni capo ha preso luce e seppur trattandosi di una piccola gamma, diciamo che è un bel punto di partenza per vestire una donna che ha questa passione. Il pezzo forte è un completo impermeabile e traspirante che si chiama appunto Aurae e che comunica appieno l’attenzione che il Coordinamento Federcaccia ha posto nella missione. La giacca contiene un’ulteriore giacca interna che si può indossare anche singolarmente, quest’abbinata rende il capo adatto a diverse temperature e stagionalità e soprattutto…tiene caldo, cosa che per le donne è fondamentale. Avere un inserto antispino sul ventre e sul fondo della schiena è poi un tocco che rende l’idea del livello alto di studio. “Perchè dobbiamo rischiare di farci del male o di rovinare subito le giacche per delle spine, non possiamo proteggere la pancia?” E così è nato questo rinforzo che è in un tessuto misto gomma che consente davvero una protezione totale pur non limitando i movimenti. Lo stesso tessuto protettivo è stato usato per il pantalone abbinato che lo usa in modo decisamente esteso. A nulla sono valse le nostre remore nel volerlo circoscrivere in quanto le cacciatrici sanno che serve e non solo sul davanti ma anche sul retro perchè capita di doversi accovacciare sedute e scivolare sul terreno per spostarsi più velocemente in discesa e un normale pantalone da caccia questo non lo sopporta, il nostro si. E poi finalmente un pantalone realmente a vita alta che addirittura si può adattare in vita senza problemi: lo indossi, lo chiudi e poi lo regoli con le fasce laterali e avverti che non si muove e non tira.

Poi ci sono due gilet: uno dedicato alla caccia al cinghiale e quindi arancione-alta visibilità, con il taschino porta radio che consente la fuoriuscita dell’antenna, con l’ampia tasca sul retro con interno lavabile e con i due tasconi anteriori e poi il gilet per la caccia alla piuma con una cacciatora sul retro che lascia tutte a bocca aperta perchè non solo è molto ampia, ma è anche apribile a più step. Infine una calda felpa, in un tessuto morbido e spesso e dalla linea sfiancata che valorizza. Insomma, in 5 capi, c’è tanta esperienza, tanta attenzione e tanta voglia di dare alle cacciatrici quelle risposte lungamente attese. Saranno anche poche queste cacciatrici ma meritano di venire considerate e valorizzate, chissà che non aumentino nel tempo perchè le loro storie meravigliose di chi accompagna il marito nel bosco, di chi ha avuto questa eredità dal padre o di semplice e assoluto amore per la natura, sono storie che vorremmo sentire più spesso. Avanti donne!