Le tipologie di caccia al cinghiale sono essenzialmente tre: battuta, alla cerca e da appostamento di selezione.
La caccia al cinghiale collettiva (battuta, girata, cacciarella)
Caratteristica principale di questo tipo di caccia al cinghiale è l’adrenalina. Il latrato della muta dei cani, le urla dei caccini e il calpestio del selvatico in fuga ne fanno una caccia emozionantissima.
L’amante del cinghiale “deve” aver partecipato a una caccia collettiva al cinghiale in Sardegna o Toscana dove queste cacce assumono i connotati di veri e propri rituali sacri.
Gli aneddoti, le risate, prima e dopo la battuta rendono questi momenti di caccia, la celebrazione della amicizia e della fratellanza tra cacciatori accomunati da una passione e da uno stile di vita che i più non capiscono e non conosceranno mai.
Dal momento d’inizio e il capocaccia rammenta a tutti i partecipanti le norme di comportamento sulla sicurezza e da le direttive alla squadra, al momento in cui si chiude la battuta, tutto diventa molto serio e concentrazione e adrenalina arrivano ai massimi livelli.
A questo punto si respirano:
- la competenza di tutti i partecipanti;
- la loro responsabilità e etica venatoria;
- la passione per la caccia e il selvatico;
- il rispetto per l’animale.
In Italia il cinghiale, seppur amato, è pur sempre un “nocivo“, e quindi è fondamentale che oltre al divertimento, si pensi anche all’utilità dell’evento ai fini del controllo della specie, che come sappiamo ha dei tassi riproduttivi mediamente del 120/150% annui e raggiunge picchi del 200% creando danni ingentissimi alle culture.
In Italia si tende spesso a confondere battuta e braccata.
La caccia al cinghiale in battuta
Va specificato che la battuta si riconosce dalle seguenti caratteristiche:
- un territorio molto esteso;
- presenza dei “battitori” che devono comporre un vero e proprio “cordone umano”;
- un numero dei partecipanti sicuramente elevato;
- uso di mute di cani specializzati;
- poste generalmente rialzate con raggio di sparo frontale;
- tiri lunghi
E’ la più spettacolare ed è sopratutto praticata nei paesi dell’Est dove vanta una tradizione secolare, qui spesso si uniscono ai battitori anche ragazzi, donne e bambini dei paesini limitrofi.
Il risultato di questa azione venatoria dipende essenzialmente dalla capacità dei battitori di creare un fitto cordone di persone che, avanzando progressivamente nel bosco, spinge gli animali a fuggire verso le poste dove li attendono i cacciatori.
Le estensioni pianeggianti della Romania e dell’Ungheria ne fanno luoghi di elezione per questo tipo di caccia. Il numero delle poste è sempre molto elevato e rispetto alle altre forme di caccia collettiva al cinghiale è quella che registra il più alto numero di partecipanti. E’ per questo che alla fine diventa un vero e proprio evento.
La tecnica di svolgimento è molto simile alla braccata, molto più diffusa invece in Italia, ma prevede un numero molto più elevato di battitori nel fronte che avanza e incalza i selvatici.
Come dicevamo prima questa forma di caccia nei paesi dell’Est europeo, diventa spesso una vera e propria usanza folcloristica e celebrativa nelle feste dei patroni, in cui tutto il paese viene coinvolto.
Nelle grandi cacciate al cinghiale ungheresi, francesi, tedesche e più in generale mittel ed esteuropee, si raggiungono spesso i 100 partecipanti.
La caccia al cinghiale in braccata
E’ la forma di caccia più praticata in Italia per cacciare il cinghiale. Si svolge in zone boscose e a macchia, tipiche della vegetazione della nostra penisola, e che sono le caratteristiche di habitat perfette per il cinghiale che qui si riproduce, come dicevamo a dismisura.
In Toscana e Sardegna sono quasi momenti di culto.
La Braccata o Cacciarella si differenzia dalla Girata quasi esclusivamente per il maggior numero di partecipanti, sia che siano canai battitori che cacciatori alle poste.
La braccata inizia all’alba con l’azione di ricerca dei calpestii notturni e delle rimesse dei cinghiali nell’area interessata. Individuati i branchi e le rispettive lestre, vengono organizzate le poste creando un accerchiamento degli animali e posizionando i cacciatori sui sentieri abitualmente percorsi dalle prede.
La “lestra” in maremmano o più comunemente “il covo” è il nascondiglio del cinghiale dove si rifugia durante la cacciae che può anche essere lo stesso posto dove si riposa di notte. “Tirare a la lestra” significa sparare al cinghiale nel covo. Il nome deriva probabilmente dal latino “lustra -orum” ossia nascondiglio di fiere.
Terminata questa fase iniziale, dopo aver disposto tutti i cacciatori alle poste, i canai raggiungono il cuore della zona sguinzagliando ed incitano i loro ausiliari a smuovere i cinghiali dalle rimesse notturne.
Il massimo dell’adrenalina di questa caccia e della sua bellezza raggiungono il culmine nel momento in cui i cani, individuati i selvatici, iniziano con scagni e canizze a spingere i cinghiali verso le poste.
L’emozione monta progressivamente all’avvicinarsi delle voci di cani e battitori, dagli incitamenti e comandi impartiti dai canai alle mute. I sensi si dilatano e nervi si tendono per cogliere l’attimo in cui dal fitto schizza come un lampo la bestia nera tanto anelata.
I canai, oltre a dirigere gli ausiliari, hanno un ruolo centrale per la riuscita di questa caccia. Infatti il loro incitare le mute ed i singoli individui con grida e colorite imprecazioni, incoraggiamenti e spari, il loro proteggere i numerosi cani impegnati nell’azione da eventuali attacchi, prepara le poste al culmine del pathos che termina con gli immancabili spari
Lo sparo in sè non è che il completamento di un’azione che dura sin dalla notte prima che di solito, per il vero cacciatore, è insonne.
La caccia al cinghiale in girata
Il “limiere” è l’unico cane utilizzato in questa forma di caccia e insieme a un esiguo numero di partecipanti la differenzia dalle altre forme collettive di caccia al cinghiale.
Tipologia di caccia molto utile a scopo di contenimento in zone popolate in cui si debba rispettare la quiete ambientale sia per gli abitanti che per le altre specie selvatiche.
Generalmente partecipano un massimo di 9 o 10 cacciatori in zone non sono molto ampie e spesso situate ai limiti di aree protette come oasi, riserve naturali o parchi dove la densità del cinghiale sia notevole.
Il Basset Hound sarebbe una delle razze di segugio più vocate in questo tipo di caccia al cinghiale.
La tecnica è quella della braccata mentre la caccia al cinghiale in girata è più selettiva e mirata. Una mini-braccata insomma.
Individuate le lestre degli animali con la indispensabile tracciatura mattutina, si circonda la zona con una decina di poste quindi il conduttore del cane limiere spinge i cinghiali verso le poste dove li attendono i semiautomatici o le carabine dei cacciatori.
Questa caccia è più rapida e ha una durata di poche ore permettendo quindi alle squadre di spostarsi in diverse zone nella stessa giornata.
La caccia alla cerca
La caccia alla cerca al cinghiale non è quasi praticata in Italia anche se è ugualmente affascinante. I selvatici devono essere avvicinati progressivamente nelle zone di pastura, in assoluto silenzio e con il vento a favore.
Il cinghiale, al contrario del sentito comune, è pur sempre l’animale di gran lunga più intelligente del bosco.
E’ una caccia che richiede esperienza, abilità e affiatamento, nel caso la si pratichi con un accompagnatore.
Il tiratore deve essere abile e il tiro deve essere preciso, possibilmente dietro l’orecchio cosa che permette di fermare la preda sul posto evitando lunghi tempi di recupero e a volte la frustrante perdita dell’animale.
Perché l’avvicinamento sia efficace, è meglio muoversi quando gli animali sono già da un po’ di tempo tranquilli in pastura.
La caccia all’aspetto di selezione
La caccia all’aspetto dall’altana è una la tecnica di prelievo selettivo del cinghiale praticata in Italia dai selecontrollori abilitati dalla provincia con apposito esame.
L’altana è generalmente posizionata in prossimità dei luoghi di alimentazione o nei punti di uscita e di rientro dal bosco, all’alba e all’imbrunire.
Questo tipo di caccia richiede un’equipaggiamento adeguato che prevede:
- un telemetro;
- un’ottica di precisione con una buona capacità di cattura delle luminosità quindi con campana ampia;
- una carabina bolt action con una taratura molto accurata;
- una fonte di luce utile per il recupero in caso di ferimento.
Una volta raggiunta la postazione è fondamentale cercare un appoggio di tutte le leve per garantirsi una perfetta stabilità nei momenti di presa della mira antecedenti al tiro. A questo punto sarete pronti a prelevare con abilità e un pizzico di fortuna il vostro solengo.
Da ricordare quando si caccia il cinghiale:
Le impronte:
- Il riconoscimento delle impronte è di fondamentale importanza: il piede del verro maschio è diverso dal piede della scrofa infatti il verro ha un’impronta più tonda e chiusa in punta mentre il piede della scrofa ha un’impronta più allungata e aperta. Nel caso di femmine incinte le unghie sono sensibilmente più divaricate a causa del peso dei feti e quindi anche l’impronta degli unghielli è più marcata.
- Quando trovate un groviglio di impronte state bene attenti all’impronta. Il groviglio generalmente è fatto da femmine gravide che stanno ai margini del branco cercando di isolarsi per partorire. Il tipo di impronta e il tipo di groviglio indicano a chi appartiene la traccia.
- Il verro nel suo errare solitario, per questo viene chiamato Solengo, solitamente si muove in modo lineare e se compie dei “grovigli” sono molto ristretti.
- Anche le sue escavazioni sul terreno sono differenti dalla femmina. Il cinghiale maschio di solito mangia spostandosi e si ferma solo in caso di incontri con alimenti particolari.
Il Solengo:
- Il solengo passa le sue giornate principalmente a cercare femmine in estro da poter coprire. In fatti l’alimentazione non è una lunga e rara pausa ma un continuo succedersi di momenti in cui fa degli spuntini.
- I verri più adulti spesso hanno al seguito uno o due scudieri raramente tre. Sono facilmente riconoscibili dai gruppi guidati dalle femmine perchè privi delle impronte dei piccoli striatini o delle bestie rosse.
- I giovani maschi lasciano il branco intorno all’anno di età e cercano un maschio anziano al quale unirsi come scudieri. Durante questo momento sono paurosi e maldestri e, se attaccati dal cane si difendono dubbiosi in preda alla paura. Il verro adulto è invece consapevole della sua forza e si muove di scatto deciso e risoluto.
- Spesso il giovane, dopo una prima fuga rapida e solitaria, si ferma di nuovo nel primo rifugio che gli sembra sicuro, anche se poco distante, cosa che l’anziano non fa mai una volta trovato un varco per la fuga.
- Qualche volta dal branco nella rimessa parte in fuga un solo animale. Quasi sicuramente si tratta di una bestia rossa.
- Se ci si trova davanti a un verro con il suo scudiero, di solito questi scappa per primo mentre è il vecchio cinghiale ad arroccare. A volte invece è il vecchio maschio che cerca di sottrarsi per primo lasciando lo scudiero al suo destino.
- Quando le tracce di due solenghi puntano sullo lo stesso branco ed una si separa defilandosi mentre l’alta si confonde con quella delle altre scrofe significa che i due verri si sono scontrati e uno è scappato perdente
- Ci sono un paio di tecniche da conoscere se si vuole abbattere il maschio momentaneamente unitosi al branco di femmine: Il verro nella rimessa generalmente non si mescola con il branco, ma si mantiene un po’ distante. Ecco allora che il cane ha due possibilità. Si indirizza direttamente sul verro oppure sul branco. Nella prima il cane isola il verro che può così essere prelevato. Generalmente i maschi stanno sempre un pò isolati ma se sono in mezzo al branco allora il cane deve cercare di fare sfilare le femmine, che generalmente si muovono per prime per offrire al cacciatore un bersaglio sicuro.
Le femmine:
- Le femmine invece, come sempre in natura, si occupano della procreazione e difesa della prole. Riproduzione e alimentazione sono le loro attività quotidiane. Una o due scrofe più anziane sono alla guida del branco e decidono le traiettorie di spostamento e le strategie di difesa. Se il branco per qualche ragione ha perso le scrofe anziane, cade nello scompiglio. Si capisce sia dai grovigli che dalle modalità e dalle direttrici di fuga davanti ai cani. Il cacciatore etico di cinghiali eviterà sempre il prelievo delle capobranco.
- Le scrofe anziane che si appartano per partorire o che lo hanno fatto da poco si difendono ferocemente. Se hanno i piccoli non ancora in grado di camminare, attaccano in silenzio e improvvisamente arrivando sul cane o sull’uomo con impeto e per metterli fuori gioco definitivamente. Se invece hanno i lattonzoli al seguito, preferiscono inizialmente minacciare con il loro caratteristico verso. Le scrofe più giovani fuggono impaurite abbandonando la prole, cosa che fanno anche le vecchie se capiscono di non aver difesa dai cani, ma la loro strategia in questo caso è quella di cercare di allontanare i cani dai cuccioli distraendoli. La natura è crudele ma perfetta e la sua logica di conservazione della specie vuole che la sopravvivenza di una riproduttrice, soprattutto se giovane e sana, sia più importante della sopravvivenza di una singola nidiata.
- Dal loro canto i lattonzoli ormai soli e non potendo seguire la madre cercano per istinto di mimetizzarsi e si nascondono grazie al loro mantello striato.
Le ottiche da caccia al cinghiale consigliate:
Battuta e cerca
Se cerchi un’ottica da caccia in battuta con tiri anche lunghi e spazi aperti e usi un express, una carabina bolt action o una carabina semiautomatica, l’M-30 1-6×24 è la tua ottica.
Il suo eccezionale campo visivo dà un sicuro un vantaggio sugli altri. E’ versatile perchè si adatta sia ad una posta nel fitto del bosco sia in campo aperto per un tiro più lungo grazie al suo ingrandimento 6x.
Il Konuspro M-30 è un’ottica eccezionale con un ampio diametro ed il reticolo inciso ed illuminato perfetto anche per la caccia alla cerca.
Con il solito imbattibile rapporto qualità/prezzo Konus è perfetta per il tiro rapido nella caccia al cinghiale in battuta sulle medie distanze specialmente con animali in movimento.
Braccata e Cacciarella
Se invece operi nel fitto del bosco e i tuoi tiri devono essere fulminei e istintivi puoi optare per il modello 7200 SIGHT-PRO ATOMIC 2.0.
Il puntatore laser di Konus per il tiro rapido con un’ottima visione. Robusto, disegnato per essere usato anche dalle armi più potenti, l’Atomic è leggerissimo e ha un punto rosso/verde di 4 M.O.A. che può essere regolato con 5 intensità luminose ed incluse una rotaia integrata standard per il montaggio.
Caccia di Selezione
Se sei un selecontrollore e pratichi la caccia selettiva all’aspetto hai bisogno di una buona luminosità e di un’ottica affidabile e precisa sulle lunghe distanze.
L’F30 4-16X52 fa parte di una rivoluzionaria serie di ottiche da fucile con reticolo posizionato sul primo piano focale. particolarmente apprezzate dai tiratori militari per la loro impareggiabile precisione e facilità d’uso sono perfette per la caccia di selezione agli ungulati e quindi anche al cinghiale.
Immancabile per la sicurezza:
Ricordatevi che siete a caccia e a caccia si va con un fucile. Mettervi in sicurezza è la priorità assoluta perchè un momento di gioia non diventi una tragedia.
Portatevi sempre il vostro gilet ad alta visibilità Gametop o Gametop Reflex di Konustex.